I microbi tolleranti alle radiazioni potrebbero sopravvivere lì per centinaia di milioni di anni
Batteri resistenti alle radiazioni simili a questo Deinococcus radiodurans sarebbe particolarmente adatto per sopravvivere all’ambiente rigido e gelido di Marte, suggerisce un nuovo studio.
I microbi tolleranti alle radiazioni potrebbero essere in grado di vivere sotto la superficie di Marte per centinaia di milioni di anni e potrebbero persistere ancora oggi, grazie in parte – controintuitivamente – alle condizioni gelide e aride del Pianeta Rosso.
Oltre ad essere fredda e secca, la superficie marziana è costantemente bombardata da raggi cosmici, particelle cariche e altre radiazioni dallo spazio. Precedenti studi hanno dimostrato che l’essiccazione estende notevolmente il potenziale di sopravvivenza di un microbo limitando la produzione di sostanze chimiche altamente reattive contenenti ossigeno che possono danneggiare proteine e DNA, tra le altre molecole vitali all’interno dei suoi tessuti. Per vedere per quanto tempo i microbi potrebbero sopravvivere a un simile assalto su Marte, i ricercatori hanno essiccato cinque specie di batteri e un tipo di lievito, li hanno conservati a -80° Celsius e poi li hanno irradiati.
Alcuni dei microbi potrebbero rimanere vitali solo per poche decine di migliaia di anni, hanno dimostrato gli esperimenti. Ma una specie – Deinococcus radioduransun avido particolarmente resistente alle radiazioni che alcuni scienziati hanno soprannominato “Conan the bacterium” — potrebbe sopravvivere fino a 280 milioni di anni se protetto dalle radiazioni a una profondità del suolo di 10 metri o piùil chimico fisico Brian Hoffman e colleghi riferiscono online il 25 ottobre a Astrobiologia.
D. radiodurans resiste ai danni da radiazioni avendo più copie di cromosomi e altro materiale genetico in ciascuna cellula, nonché alti livelli di antiossidanti contenenti manganese che aiutano a rimuovere le sostanze chimiche dannose per il DNA (SN: 9/3/10). Se microbi simili si fossero evoluti su Marte, anch’essi potrebbero persistere per lunghi intervalli, forse fino ad ora, il che è “improbabile ma non impossibile”, afferma Hoffman, della Northwestern University di Evanston, Illinois.
Anche se i microbi che si sono evoluti su Marte alla fine hanno ceduto alle condizioni difficili, i resti delle loro proteine o di altre macromolecole potrebbero rimanere, offrendo la speranza che le future missioni, se equipaggiate con l’attrezzatura adeguata, potrebbero essere in grado di rilevare quei segni di vita precedente.